Punto alla sostenibilità

L’architettura sostenibile è quel complesso di soluzioni progettuali che consentono di assicurare, all’interno di un edificio, il mantenimento di condizioni di comfort ambientale, inteso come soddisfacimento di requisiti di controllo del microclima interno degli edifici e dell’illuminazione naturale, limitando al minimo l’intervento degli impianti che comportano consumi energetici da fonti convenzionali. I criteri della bioedilizia e le opportunità di riequilibrio ambientale offerte dall’utilizzo di un modello costruttivo ecologicamente orientato nel settore edilizio sono enormi se si assicura un’accurata scelta di metodi, pratiche e materiali da utilizzare, prodotti certificati e aziende affidabili a cui far riferimento.
Tale sviluppo rappresenta una prospettiva assai attraente per il risparmio energetico e la riduzione dell’inquinamento ambientale se si pensa che, ad esempio, in Europa l’energia consumata negli edifici per il riscaldamento, la climatizzazione, l’illuminazione e le funzioni tecnologiche e di servizio copre circa il 40% del consumo di energia primaria.

La definizione di bioarchitettura, intesa come pratica architettonica di edificare secondo principi sostenibili, viene introdotta in Italia dall’ANAB, Associazione Nazionale Architettura Bioecologica. In bioarchitettura il progetto di un sistema interattivo dinamico fra edificio e ambiente ruota soprattutto attorno a due principi base:

minimizzazione dei consumi energetici, ottenuta tramite accorgimenti tecnici, come l”utilizzo di un involucro intelligente, di schermi solari, di un buon isolamento termico, di scambiatori di calore e di un attento utilizzo della ventilazione naturale;

perseguimento di un’autonomia energetica utilizzando le risorse rinnovabili di cui disponiamo: energia solare, geotermica ed eolica.

Più in generale, una corretta progettazione in bioarchitettura può essere così sintetizzata:

1. Controllo del microclima
Consente lo sfruttamento passivo degli apporti energetici solari, l’ottimizzazione dell’illuminazione e della ventilazione naturale con un sensibile risparmio energetico e un elevato comfort climatico.

2. Risparmio energetico
Importanti fattori per il risparmio energetico sono il rapporto tra la superficie esterna, la volumetria e l’isolamento termico dell’involucro. Un buon isolamento comporta meno perdite di calore così come l’utilizzo di sistemi ad alto rendimento e a basso consumo per la ventilazione, l’illuminazione artificiale e le apparecchiature elettriche.

3. Utilizzo di fonti energetiche rinnovabili
L’integrazione di tecnologie derivanti da fonti di energia rinnovabili (energia solare, geotermica, eolica), consentono la produzione di acqua calda sanitaria tramite collettori solari, la produzione di calore con caldaie ad alto rendimento e pompe di calore e infine la produzione di energia elettrica con sistemi di cogenerazione, pannelli fotovoltaici e generatori eolici.

4. Utilizzo di materiali sostenibili e riciclabili
L’impiego di materiali certificati per la bioedilizia, ottenuti da materie prime rigenerabili e con processi che necessitano di poca energia, riducono sensibilmente gli impatti ambientali. L’utilizzo di materiali riciclabili prolunga la permanenza delle materie nei cicli ecologici ed economici, di conseguenza riduce il consumo di materie prime e la quantità dei rifiuti. La crescente sensibilizzazione delle aziende verso queste tematiche ha ampliato l’offerta di materiali a certificazione bio sul mercato.

5. Corretto utilizzo dell’acqua
L’uso razionale dell’acqua consiste nell’impiego di dispositivi che riducono i consumi idrici, nonché nell’utilizzo di acqua piovana per tutti gli usi tecnologici.

6. Progettazione del verde
Un’area verde strettamente connessa agli edifici svolge due funzioni bioclimatiche fondamentali: creare condizioni climatiche più favorevoli per i frequentatori e contribuire alla riduzione del surriscaldamento dell’ambiente urbano.

L’ausilio di metodi e strumenti operativi per la progettazione dell’ambiente costruito in una prospettiva eco-sostenibile fornisce nuovi input per la corretta gestione ecologica-energetica degli edifici. Gli stessi devono essere pensati come un’interfaccia attiva tra ambiente interno ed esterno, con un corretto impiego delle risorse ambientali, per soddisfare i bisogni delle attuali generazioni senza limitare quello delle generazioni future.

Un prodotto può essere considerato ecologico se:

– è composto da materie prime naturali e provenienti da fonti rinnovabili;
– provoca un limitato impatto ambientale lungo tutto il suo ciclo di vita;
– è funzionalmente idoneo all’utilizzo;
– non è nocivo e inquinante nelle fasi di produzione, utilizzo e dismissione.

La sostenibilità di un prodotto, sia si tratti di un materiale come di un edificio, viene valutata attraverso un’attenta analisi della sua “biografia”, che analizza tutte le fasi del ciclo di vita (pre-produzione, produzione, utilizzo e dismissione) secondo una metodologia consolidata, riconosciuta e normata (Norme serie ISO 14040) a livello internazionale: la Life Cycle Assessment (LCA), definita appunto analisi del ciclo di vita ed ecobilancio.

La qualità ecologica di un prodotto si definisce in relazione alla riduzione degli effetti ambientali associati a tutte le fasi di vita utile, in termini di consumo di energia e di risorse naturali ed in termini di rilasci ambientali (produzione di rifiuti, scarti, emissioni inquinanti).
Gli “effetti ambientali” riconducibili alle varie fasi del ciclo di vita di un prodotto vengono “misurati” in modo da rendere immediatamente intellegibili le “potenzialità” per un determinato impatto di contribuire a uno o più effetti sull’ambiente (es. effetto serra, assottigliamento della fascia di ozono, acidificazione, eutrofizzazione etc.). Parallelamente vengono esaminati gli aspetti relativi alla biologia e alla fisica del costruire secondo i criteri dell’architettura bioecologica.

Un marchio ecologico rappresenta oggi una forma di garanzia “normata” che caratterizza la qualità bio-ecologica di un prodotto, certificando che quel prodotto possiede tutti i requisiti di compatibilità ambientale, di non nocività e di funzionalità definiti nei disciplinari di riferimento.

Un marchio di qualità costituisce un elemento di chiarezza tra produttori ed utenti, favorisce progressivi miglioramenti della qualità ecologica dei singoli prodotti valutati e più in generale dei prodotti utilizzabili per l”edilizia, consente alle aziende produttrici di evidenziare il loro impegno tecnologico ed ecologico e ai consumatori di riconoscere i prodotti di qualità.

Grazie all”attività di associazioni e/o enti indipendenti di ricerca, che sono stati in grado di definire e promuovere criteri di analisi dei materiali e dei cicli produttivi che si rifanno ad un approccio di tipo sostenibile, da qualche anno sono presenti anche sul mercato dell”edilizia alcuni marchi di certificazione della qualità bioecologica dei prodotti edilizi.

ANAB, IBO e IBN rappresentano a tutt”oggi l”unica e più avanzata etichetta che certifica le caratteristiche di bio-eco-compatibilità di prodotti e materiali per l’edilizia presente nel nostro paese oltre al marchio Ecolabel che però riguarda solo alcune categorie di prodotti.

I requisiti prestazionali dei materiali e dei prodotti vanno poi verificati e valutati all’interno di un sistema più complesso rappresentato dall’intero organismo edilizio e quindi accanto alle certificazioni di prodotto si stanno sviluppando procedure di valutazione e certificazione dell’edificio. Negli ultimi dieci anni è stata condotta livello internazionale un’intensa attività di ricerca volta allo sviluppo di sistemi di certificazione energetico ambientale per la valutazione della qualità ecologica degli edifici.

Si tratta di strumenti operativi che consentono di determinare l’impatto ambientale di una costruzione durante tutto il ciclo di vita attraverso l’attribuzione di un punteggio di performance all’edificio che ne permette la classificazione in una scala di qualità facilmente comprensibile e comunicabile.

Anche in Italia vengono proposti strumenti di questo tipo quale ad esempio le Linee Guida per l’Architettura Sostenibile sviluppate e promosse da ANAB che, parallelamente alla certificazione di prodotto, propone un marchio di qualità energetico ambientale per l’edificio.

L’uso di questo tipo di certificazione permette di definire in maniera oggettiva e misurabile la performance ambientale di un edificio, divenendo un valido strumento di aiuto alla decisione per progettisti, utenti ed investitori.

L’impiego di prodotti ecologici a basse emissioni di inquinanti o con limitato fabbisogno energetico va sicuramente nella direzione di costruire un edificio ecocompatibile, ma certamente è più difficile dimostrare l’ecocompatibilità di un processo di progettazione, poichè devono essere determinati, di volta
in volta, rigorosi parametri di valutazione derivati dal contesto ambientale.

Il futuro della nostra società dipende anche dalla capacità di “rinnovare” la nostra architettura e ai progettisti è affidato il duro compito di condurci alla meta. Sinceramente penso che ci potremo avvicinare ad un modello di architettura sostenibile nel momento in cui ci allontaneremo dall’abitudine del costruire attuale!

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